Il borgo medievale

Uno dei più belli nel panorama dei Castelli Romani, si caratterizza per i suoi edifici storici e per gli splendidi vicoletti da cui offre in incantevole panorama. È situato sul ciglio sud-occidentale del cratere del lago vulcanico di Nemi. È possibile accedervi da piazzale Sforza Cesarini, piazza Marconi e via Guidobaldi.

Il borgo medievale si snoda tra due polarità contrapposte: il potere politico, rappresentato da Palazzo Sforza Cesarini quale espressione del potere della baronia dei Signori di Genzano e quello religioso rappresentato dalla chiesa di Santa Maria della Cima, espressione del potere religioso. La nascita del borgo si deve a un ordine religioso. Il segnale più caratteristico è dato dalla chiesa di Santa Maria della Cima, con a ridosso il monastero. Incontro alla chiesa casupole medievali con terrazzamento in vista del lago. Un doppio recinto di mira a difesa collegate da torri, di cui rimangono gli avanzi, circondava il “castrum” medievale. Due porte principali davano inizio a termine alle mure di cinta.

L’originario insediamento urbano di Genzano è costituito dal complesso di case disposte all’interno del recinto murario fortificatosi in epoca medievale, con il fulcro nella chiesa di S. Maria della Cima e nel Palazzo Sforza Cesarini.

La storia

Il tessuto urbano era organizzato intorno a due polarità contrapposte, il potere politico e quello religioso. Il primo è rappresentato, appunto, dal Palazzo Sforza-Cesarini, espressione del potere della baronia dei Signori di Genzano. Il secondo, dalla chiesa di S. Maria della Cima, espressione del potere religioso. Tra queste due polarità contrapposte si snoda il dedalo dei tracciati viari interni di cui il più importante è sicuramente Corso Vecchio che congiunge la parte più alta del borgo, a lato del palazzo gentilizio, con la fiancata della chiesa al termine del Corso Vecchio. Su questo tracciato venne costruito, presumibilmente intorno alla metà del ‘600, il palazzo Dave, antica sede municipale, di cui si osserva la facciata che prospetta il lago di Nemi.

Pareri discordanti sull’origine di Genzano: nella Storia di Genzano del 1797 dell'Abate Nicola Ratti, i primi accenni a Genzano sono nella bolla papale di Lucio III (1183). A dare il nome a Genzano sarebbero stati i Genziani, una famiglia nobile a cui il territorio era stato ceduto nel III secolo d.C. Probabilmente negli intenti di questa ricostruzione era quello di confutare la convinzione di un’origine più antica risalente all’epoca del culto pagano di Cynthia. Alcuni contributi degli ultimi decenni dello scorso secolo riconducono, invece, l’origine di un primo addensamento urbano alla necessità di difesa delle popolazioni disperse dopo le invasioni saracene. All’epoca di Lucio III (1183), quando la coltura della canapa sembrava già stabilmente affermata, Genzano potrebbe essere stato un centro abitato, sia pur di modeste dimensioni, ma con autonome basi socio-economiche.

Il borgo fu soggetto alle autorità di diverse famiglie romane, tra cui gli Orsini, i Savelli, i Borgia, ma soprattutto i Colonna che lo possedettero per la maggior parte del tempo alternandosi con i monaci cistercensi. Questo alternarsi della proprietà del borgo antico durò per quasi 100 anni, allorché, nel 1402 il nucleo medievale venne distrutto da un incendio e la sua ricostruzione costrinse i Cistercensi ad alienare numerose proprietà. Infine, i Cistercensi nel 1428 vendettero Genzano e Nemi ai Colonna per la cifra di 15 000 fiorini. Nel 1479 fu acquistato dal Card. Guillaume d'Estouteville e nel 1485 passerà nuovamente ai Colonnesi, ma sotto la giurisdizione della Santa Sede. I Colonna reggeranno Genzano per circa 80 anni, periodo nel quale il borgo ebbe l'esenzione delle tasse, il che portò a un primo lieve incremento demografico. Nel 1564 Genzano passò ai Cesarini. Nei documenti di cessione, Genzano è descritto come un castello con mura fortificate, munito di torri, fortilizi, porte castellane, in gran parte migliorato e restaurato dagli stessi Colonna. Da questo anno in poi, Genzano resta proprietà dei Cesarini, i quali, garantendo stabilità politica e giuridico - sociale, permettono al paese prosperità economica ed il conseguente sviluppo urbanistico.

Gli ingressi

Il borgo medioevale aveva due ingressi. Quello principale, era situato in corrispondenza del portale del palazzo Sforza-Cesarini, poi inglobato nell’edificio al tempo del primo ampliamento effettuato dai Cesarini, tra la fine del XVI sec. e l’inizio del XVII sec. Il secondo era nei pressi del palazzo Sorbini ed usciva su quella che i catasti descrittivi del XVII sec. denominavano come la Piazza di Fuori. Da qui si raggiungeva la zona dell’Annunziata oppure, attraverso la salita dei Merli, si scendeva verso l’Appia Antica, dove si trovava il convento di S. Carlino oggi non più esistente e i tracciati che distribuivano il territorio agricolo circostante.